Palma Campania, terra di nocciole: storia e curiosità di un frutto straordinario
Palma Campania è terra di nocciole: ne è uno dei maggiori produttori tra i comuni campani e la sua storia è legata a doppio filo con questo frutto dalle origini antichissime e dalla forte personalità evocativa che l’ha reso protagonista di innumerevoli miti e leggende. Sono tante le curiosità che ruotano intorno alla nocciola e si declinano per epoche e culture differenti.
La nocciola è un frutto selvatico le cui origini vengono fatte risalire a circa 1000 anni fa. Fossili ritrovati nel nord Europa dimostrano, infatti, che le nocciole, insieme alle bacche e altri frutti selvatici, facevano parte della dieta dell’uomo primitivo quando ancora non conosceva le coltivazioni. E la pianta di nocciolo è stata proprio una delle prime piante da frutto che l’uomo ha imparato a coltivare. Originaria della Mesopotamia si è diffusa poi in tutta Europa, in particolare nell’area del Mediterraneo e dei Balcani.
La sua storia millenaria è abbondantemente documentata. In epoca greca, Teofrasto accennava alla diffusione del nocciolo in Anatolia. In epoca romana, Catone parlava delle coltivazioni di nocciolo in Campania e ne consigliava la coltivazione negli orti dell’antica Roma. Plinio sosteneva che questi frutti, se tostati, curavano il mal di gola. E leggendo i poeti classici, si deduce che le regioni mediterranee dovevano essere ricche di noccioli, perché sono molti i pastori o le ninfe che, seduti all’ombra di queste piante, inneggiavano all’amore.
La nocciola è un frutto straordinario profondamente radicato nelle storie dell’intera umanità.
Non tutti sanno che il nocciolo è stato da sempre associato al mistero e al soprannaturale. Nel Medioevo veniva utilizzato per invocare il demonio e stringere patti con le forze del male. I maghi usavano un ramo di nocciolo, reciso da un coltello mai usato, per far parlare i morti o per evocare una persona scomparsa. Si credeva, inoltre, che i bastoni in legno di nocciolo avessero proprietà magiche atte a scoprire miniere, tesori nascosti, ladri e assassini fuggitivi.
Molto forte è il suo valore simbolico. Come tutti i frutti racchiusi in una scorza, la nocciola è il simbolo della fecondità e della rigenerazione. L’albero con i suoi frutti sferici è anche considerato simbolo della luna ed il ramo del nocciolo con due serpenti ad esso attorcigliati è il simbolo della Medicina. Nell’antica Roma si regalavano piante di nocciolo per augurare felicità, mentre in Francia, durante l’Ancien Régime, si regalava agli sposi come simbolo di fecondità. Nell’antichità, invece, i suoi frutti erano considerati il simbolo della saggezza concentrata: dolci e allo stesso tempo racchiusi in un resistente guscio, indifferenti alle opinioni del popolo.
Le popolazioni Celtiche consideravano le nocciole come contenitori della sapienza e della saggezza interiore e, in quanto tali, le ritenevano capaci di procurare la conoscenza delle arti e delle scienze segrete. Presso i Germani, il nocciolo era la pianta consacrata a Thor, dio del tuono, poiché credevano che l’albero proteggesse dai fulmini. Per i cinesi, invece, le nocciole erano uno dei 5 nutrimenti sacri donati da Dio all’uomo.
Anche nella nostra cultura il nocciolo ha un forte valore simbolico ed è considerato albero benedetto e di buon augurio. Una leggenda cristiana narra che Maria, la Madonna, mentre raccoglieva delle fragole per Gesù Bambino, venne assalita ed inseguita da una vipera. La Vergine, spaventata, fuggì e si nascose dietro un cespuglio di nocciolo dove rimase finché il serpente velenoso non si ritirò nella sua tana. Per questo motivo il ramo di nocciolo è considerato la difesa più sicura contro i serpenti e tutto ciò che striscia sulla terra. Questa credenza era già presente fra Greci e Romani. Ed ancora, secondo la leggenda, era di legno di nocciolo anche la verga con la quale Mosè colpì la roccia per dissetare il popolo d’Israele durante il viaggio verso la Terra Promessa.
La nocciola, dunque, è un frutto straordinario profondamente radicato nelle storie dell’intera umanità.