Jorit Agoch: la sua arte fa vibrare Palma Campania
Palma Campania, precisamente all’incrocio tra viale Giacomo D’Antonio e via Circumvallazione, ospita una straordinaria opera realizzata da Jorit Agoch. La maxi opera è divisa a metà: nella parte bassa è rappresentato il bambino migrante, protagonista di un triste fatto di cronaca, che partito dal Mali con la speranza di raggiungere un futuro migliore, è annegato nel Mediterraneo con la pagella cucita in tasca. Jorit, attraverso la sua arte, ha donato al bambino la dignità di un viso e di un nome, immaginandone i lineamenti e soprannominandolo Kukaa. Nella parte alta della parete è ritratto, invece, Thomas Sankara, primo presidente del Burkina Faso, conosciuto come il “Che Guevara africano” e assassinato nel 1987. Prima di cominciare il murale, Jorit aveva scritto sulla parete alcune frasi di Vincenzo Russo, intellettuale della Rivoluzione Napoletana del 1799, originario proprio di Palma Campania e giustiziato insieme a tutti gli altri martiri a Napoli, in piazza Mercato, per volere di re Ferdinando di Borbone.
Tra i colori delle bombolette spray del murale realizzato si nascondono, come in tutte le sue opere, alcuni messaggi raccolti nel progetto “La gente di Napoli”: “Palma”, “Guai a prendere in giro il popolo”, “Si o kiu fott”, “Blaise Compaoré traditore del popolo”, “La terra degli uomini integri”, “Rispunn”, “La rivoluzione è un fiore”.
Insomma, Jorit ha lasciato a Palma Campania un’opera unica, dall'immenso valore artistico ed emotivo che l'occhio dell'osservatore percepisce al primo sguardo.
Proviamo a conoscere più da vicino questo straordinario artista.
Jorit Agoch è lo pseudonimo di Jorit Ciro Cerullo, nato a Napoli il 24 novembre del 1990 da padre italiano e madre olandese. Svolge la sua attività di street artist principalmente nella città partenopea.
A soli tredici anni comincia a dipingere con lo spray sui muri di Quarto, comune nella periferia nord di Napoli dove è cresciuto. All’Accademia partenopea di Belle Arti si laurea con 110 e lode e nel 2005 compie il suo primo viaggio in Africa, continente che lo colpisce tanto profondamente da ricondurlo lì più volte e, spesso, anche per lunghi periodi.
In Tanzania collabora con la scuola internazionale d’arte “Tinga Tinga” di Dar es Salaam. Questa esperienza lo conduce a concentrare la sua attenzione artistica esclusivamente sulla raffigurazione realistica del volto umano che ritrae marchiandolo con due strisce rosse sulle guance. Tali segni rimandano ai rituali africani magici e curativi, in particolare alla procedura della scarnificazione, un rito che celebra il passaggio dall’infanzia all’età adulta.
Così, durante i suoi viaggi intorno al mondo comincia a raffigurare sui muri le persone delle città che visita, diventando noto al grande pubblico dal 2011 quando le sue opere vengono esposte nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Qui è conosciuto soprattutto per i maxi ritratti di personaggi celebri come Diego Armando Maradona e Marek Hamsik, dipinti sulle facciate di edifici comunali o popolari con l’intento di riqualificare esteticamente aree periferiche e non solo. Inoltre, ha realizzato il famoso murale di San Gennaro nel quartiere di Forcella, opera concordata con il Comune di Napoli, l’Eccellentissima Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro e con il Museo del Tesoro di San Gennaro.
Il 29 luglio 2018, insieme ad altri due artisti, realizza un murale a Betlemme che ritrae l’attivista palestinese Ahed Tamimi per sostenere la scarcerazione della stessa. A causa di ciò, viene arrestato e successivamente rilasciato dalle autorità israeliane. In tutti i murales realizzati da Jorit sono nascoste delle scritte, delle parole e delle frasi che approfondiscono il significato delle opere. Spesso si tratta di frasi di protesta che, nella maggior parte dei casi, si nascondono sui volti dei protagonisti.
Dunque, un artista che ha tutta l’intenzione di lasciare un segno incisivo nella storia dell’arte, ma anche in quella sociale.