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23 Luglio 2019

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La passione per i sigari viene da lontano e rappresenta, ormai, una vera e propria arte, accompagnata da affascinanti ed antichi rituali. Nella nostra memoria collettiva, sono numerosi i personaggi celebri che “stringono” tra le labbra o tra le dita un sigaro, da Winston Churchill a Fidel Castro, passando per John F. Kennedy. Solo tre nomi di una lista lunga e variegata che dimostra quanto il sigaro abbia affascinato e conquistato anche i più grandi nomi della storia.

I sigari rappresentano un modo di vivere, di pensare. Essi si apprezzano solo se si conosce a fondo la loro storia, la loro provenienza, il modo in cui vengono prodotti. Inoltre, è necessario conoscere tutte le regole legate alla loro scelta, conservazione e fruizione.

Il tempio dei sigari a Palma Campania si chiama Nonsolofumo ed è la tabaccheria di Lorenzo Ferrara. In via Guglielmo Marconi, al civico 65, gli appassionati del settore, ma anche i neofiti, possono trovare la chiave che apre loro la porta sull’affascinante mondo dei sigari. Lorenzo, infatti, oltre ad offrire alla sua clientela i migliori sigari presenti sul mercato, è un Catador, ossia un maestro conoscitore di questi seducenti rotoli di tabacco che fanno trapelare tradizione, cultura e arte.

Se si pensa ai sigari, anche ai meno esperti vengono in mente tre prodotti specifici: il sigaro toscano, i sigari Davidoff e i sigari cubani.

Il sigaro toscano nasce nel 1815, ma entra regolarmente in produzione solo nel 1818 e negli anni successivi si caratterizza come simbolo nazionale. Esso supera le barriere della nazionalità e del ceto sociale. Chiunque può permetterselo: lo fumano i manager, gli operai, gli industriali, i contadini, gli operai e quando si incrociano per strada, il Toscano diventa un elemento di intensa complicità.

I sigari Davidoff nascono in Svizzera nel 1912 e nel tempo hanno saputo imporsi sul mercato per la loro qualità. Grazie agli intensi controlli dei tabacchi coltivati e alla loro accurata stagionatura, Davidoff è in grado di produrre miscele speciali. La miscela di un sigaro Davidoff presenta aroma e gusto sempre costanti, offrendo quindi un piacere inalterato dall’inizio alla fine. Il ripieno e la sottofascia di questi sigari sono costituiti prevalentemente dalle qualità più pregiate di tabacchi domenicani provenienti da piantagioni di proprietà di Davidoff.

I sigari cubani, più precisamente gli Habanos sono, senza ombra di dubbio, i migliori della loro categoria. Sin dalla sua scoperta, il Tabacco Nero Cubano è stato considerato il migliore al mondo, grazie all’unicità delle sue condizioni di crescita in alcune zone dell’isola. Dopo più di cinque secoli questa sua caratteristica è ancora valida. Il sapore distintivo del tabacco cubano deriva da quattro fattori che ritroviamo solo nella più grande delle isole caraibiche: il terreno, il clima, la varietà dei semi del tabacco nero cubano e l’abilità dei produttori di tabacco e di sigari. Per quanto in altri posti del mondo si possono aver acquisito le capacità manifatturiere cubane, in tali posti mancherà sempre un elemento fondamentale: la centenaria cultura cubana di coltivare il tabacco, il lavoro straordinario che chi lo coltiva mette nelle sue piantagioni, i mesi e gli anni di paziente attesa prima che le foglie coltivate vengano ritenute idonee. Da quando vengono piantati i semi fino al momento del confezionamento degli Habanos, si svolgono più di 500 operazioni manuali che comprendono sia fasi di lavorazioni agricole che processi all’interno della fabbrica. Un Habano è anche il frutto del tocco magico del Veguero, l’agricoltore. Questi può doversi prendere cura anche di oltre mezzo milione di piante e ciascuna pianta deve essere visitata più di 150 volte nel corso della stagione di crescita. Il lavoro inizia nel calore ardente di giugno e luglio e continua senza tregua per nove mesi.

Gli Habanos sono realizzati totalmente a mano dai Torcedores e Torcedoras le cui abilità non possono essere eguagliate a nessuna macchina. Dopo i controlli di qualità, vi è la fase dell’assaggio. Ogni fabbrica ha il suo team di assaggiatori, i Catadores. Segue poi, il momento del riposo. Tra la fase di produzione e quella di confezionamento, i sigari vengono portati alla camera di condizionamento o Escaparate. Qui, vengono lasciati a riposo in cassetti rivestiti in cedro ed espellono l’eccesso di umidità accumulata nel processo di rollatura. Dopo una settimana, i sigari sono pronti per essere fumati.

Il sigaro è un prodotto estremamente delicato. E’ sensibile agli odori che, se troppo intensi, ne alterano irreversibilmente le caratteristiche. Ambienti umidi, o  troppo asciutti, sono altrettanto dannosi. L’ideale è conservare i sigari in appositi cofanetti umidificati chiamati humidor e che mantengono costante il livello di umidità. L’Habano che si sceglie, il modo di tagliarlo, accenderlo, fumarlo, il sapore che si gusta, sono processi del tutto individuali. Vi sono, tuttavia, alcuni punti pratici da tenere in considerazione. Ad esempio, il taglio va effettuato in modo tale da creare un’apertura sufficientemente ampia a garantire un tiraggio libero pur facendo in modo che la fascia non si disfi. Esistono vari strumenti per tagliare un Habanos. Tali strumenti sono chiamati cortaperillas ed il più famoso è la ghigliottina con una o due lame. Per l’accensione vanno adottate due regole molto importanti. La prima è quella di utilizzare una fiamma inodore. La seconda regola è quella di prendersi il proprio tempo e realizzare una buona accensione. Un’accensione scorretta compromette il godimento di un Habano. Se si vuole conoscere il rituale per l’accensione corretta e si passa per Palma Campania, ci si può fermare alla tabaccheria Nonsolofumo: Lorenzo Ferrara, appassionato Catador, saprà raccontare questo rituale e soddisfare tutte le curiosità relative all’arte di fumare sigari.

In linee generali, un sigaro va scelto in base al tempo che si ha a disposizione per fumare. Un Habano va fumato lentamente, va sorseggiato e non aspirato con avidità perché si rischia di provocarne il surriscaldamento che nuoce al gusto. Non va inalato, ma aspirato dolcemente fino a quando il fumo riempirà la bocca e arriverà alle papille gustative. Bisogna rilassarsi ed assaporare tutti i suoi sottili sapori ed aromi. Si può fumare un Habano con pieno godimento fino ai tre quarti della sua misura. Quando poi arriva il momento di doversi congedare da un Habano, non bisogna schiacciarlo. Va lasciato nel posacenere e si spegnerà da solo: gli va data la possibilità di morire con dignità.