La nostra regione, in particolare la città di Benevento, ha una lunga storia legata al torrone, storia che affonda le sue radici nell’antica Roma, dove il torrone era chiamato “Cupedia”, termine che può essere tradotto come “sregolato desiderio di cibi delicati”.
Nel Settecento si comincerà a parlare di “Torrone”, dal verbo latino torréo che significa abbrustolire, tostare (in riferimento alle nocciole o alle mandorle con le quali si realizza).
Oggi Benevento è riconosciuta a livello nazionale ed internazionale per la bontà di questo suo dolciume.
Ma il torrone dei morti è diverso da quello classico, duro e fatto di miele e mandorle. Il torrone che si consuma nel giorno della commemorazione dei defunti è morbido e cremoso, ripieno di nocciole intere e ricoperto da un consistente strato di cioccolato. Viene tagliato a fette e consumato il 2 novembre a chiusura del pranzo.
Le nocciole sono l’ingrediente principe di questa specialità che, insieme al cioccolato, le valorizza sprigionando tutto il loro amabile gusto.
A Napoli, la produzione o l’acquisto del torrone dei morti per il 2 novembre è una tradizione molto sentita: nei giorni che precedono questa ricorrenza, il centro storico della città si riempie di bancarelle che espongono torroni di ogni tipo.
Le origini di questa tradizione sono legate alla credenza popolare secondo la quale l’anima dei defunti può tornare per qualche ora a fare visita ai parenti ancora in vita. Nei secoli scorsi non era difficile vedere sulle tombe o sui loculi, oltre che i fiori, delle pietanze.
In alcuni comuni napoletani, nell’attesa che l’anima del caro defunto tornasse nella notte tra il 1° e il 2 novembre, nella stanza più bella della casa veniva addirittura preparata in suo onore una cena. Spesso essa consisteva in due fette di pane, un pizzico di sale, del limone ed un bicchiere d’acqua.
Questa credenza fortemente radicata ha spinto le donne del popolo a sperimentare nuove ricette con gli ingredienti che avevano a disposizione al fine di allietare i morti, ma anche i vivi. Ed è così che probabilmente sono nati quelli che definiamo “i dolci dei morti” che qui in Italia differiscono da regione a regione.
Il torrone dei morti è quello napoletano per eccellenza. Detto anche O’ Murticiell, ha la forma di un parallelepipedo che richiama alla mente una bara, così come il colore della base di cioccolato richiama il colore del legno. All’interno, le nocciole sono incastonate in una squisita crema fatta di cioccolato fondente, cioccolato bianco e una crema speciale, chiamata crema alba. Quest’ultima è un preparato a base di latte, olio vegetale e zucchero che risulta molto difficile da reperire al di fuori della regione. Per tale motivo, viene generalmente sostituita da una comune crema spalmabile alle nocciole.
La preparazione del torrone dei morti non è complicata.
Vediamo nel dettaglio la ricetta:
Ingredienti
- 200 gr di cioccolato fondente per il rivestimento
- 400 gr cioccolato al latte
- 150 gr di nocciole intere
- 500 gr di crema di nocciole
- 100 gr di estratto di nocciole o altro aroma
Procedimento
Mettere lo stampo vuoto in freezer per 10 minuti. Nel frattempo, sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente ed utilizzarlo per foderare lo stampo. Una volta sciolto a bagnomaria anche il cioccolato a latte, aggiungere la crema di nocciole, le nocciole e l’estratto. Mescolare bene il tutto, versare nello stampo e lasciare in freezer per un’ora. Prima di toglierlo dallo stampo e servirlo in tavola, passarlo in frigo per un paio d’ore.
Manca davvero poco al 2 novembre, ma Palma Campania è terra di nocciole, quindi non sarà difficile reperirne di elevata qualità per realizzare un torrone dei morti squisito e rendere gustosamente unica questa attesa ricorrenza.
L’anima dolce delle nocciole: il torrone dei morti
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